venerdì 25 luglio 2014


Me and You.
Forever Young.



Chapter III



Bussai –Che vuoi?!- era arrabbiato –Lou. Ma che è successo?- bussai varie volte alla porta alzando sempre di più la voce. Sentii la chiave girare nella serratura e alla fine mi ritrovai faccia a faccia con Lou.
-Ho fatto una cazzata, Em- stava per piangere –Che è successo?- chiesi per l’ennesima volta –Ho mandato a fanculo il rettore- lo guardai per alcuni istanti e poi scoppiai a ridere.
-Fammi capire. Tu sei tornato a casa perché hai mandato a quel paese un vecchio panzone?!- non ce la facevo a non ridere, la situazione richiedeva una sana dose di risate. Louis mi fissava –La smetti?-
-Mi fai entrare?- cercai di nascondere il sorriso ma era praticamente impossibile.
Per tutte quelle volte che io avevo mandato a fanculo le persone, a quell’ora dovevo andarmi a nascondere in Antartide.
Si buttò a peso morto sul letto, stessa cosa feci io –E se non mi laureo?-
-E CHE PALLE!! Ma la smetti di ripeterlo?!- erano sei mesi che ripeteva quella frase, ogni volta che parlavamo al telefono lo diceva, era assillante.
-Ho paura, Em!- disse alzando le mani al cielo –Ti capisco, ma se ripeti quella frase non risolvi niente! Perciò adesso torni a casetta tua e vai a studiare!- gli ordinai –A proposito! A te come va?- mi spostò una ciocca di capelli dal viso –Va…l’altro giorno sono stata dal Preside…-
-Ti voleva dare dei riconoscimenti?- chiese speranzoso –No…Ho menato una troietta in classe..-
-EMMA MAGGY TOMLINSON!! Ma adesso meni anche le ragazze?!-
-Prova a richiamarmi con il mio nome intero e vedrai che brutta fine farai.-
-Se mamma lo scopre sei fottuta!-
-Già lo sa- dissi secca –Non ti ha punita?- strabuzzò gli occhi –Oh se mi ha punita! Mi ha fatto dormire fuori di casa.-
-Sulle scale si sta bene..-
-Non nell’atrio! Fuori dal condominio! Pioveva anche quella notte!...Lou mi manchi…Ti prego, sbrigati a prendere questa cazzo di laurea e torna qui! Mamma è insopportabile! Ogni volta lei mi sgrida e io picchio qualcuno a scuola!- usai il mio tono supplichevole, funzionava sempre con Louis –TI farai espellere così!-
-LO SO!- ero esasperata per due settimane mamma si era messa a dirmelo, notte e giorno era lì che mi ripeteva quelle cinque paroline.
Mi strinse a se mi baciò la testa. Rimanemmo abbracciati, o meglio, avvinghiati, per due ore, nelle quali ci addormentammo.
Fu mamma a svegliarci –Louis, ma che ci fai qui?- lui si stropicciò gli occhi e la fissò –E’ tornato perché gli mancavo e perché doveva studiare con un clima famigliare e tranquillo intorno a lui.- ero stata io a parargli il culo quella volta –Oh… vorrà dire che annullo la cena con i Klock-
-Ma no! Io e Em usciamo tra un po’! non annullare nulla- le sorrise.
Mamma uscì dalla stanza dopo avergli dato un bacio sulla fronte. Mi girai verso Lou –Che intenzioni hai?- chiesi sospettosa –Sta sera c’è il concerto di Robbie Williams. Ho due biglietti-
Robbie Williams era il suo cantante preferito, aspettava da mesi quel concerto –Avevo capito che ci portavi Lilly…perché adesso hai cambiato idea?-
-Lilly è a casa con il ragazzo- era irritato, sapevo che aveva una cotta per lei, ma l’aveva sempre rifiutata dato che erano fratelli anche se di madre e di padre diversi. L’amava, glielo si leggeva negli occhi.
-Ah…Lou?- mi alzai dal letto, lo girai nella mia direzione –Sei sicuro di andarci con me?- m’abbracciò –Lou, lo sai che non amo molto il contatto fisico…dopo un po’ mi stufo di tutti questi abbracci!- mollò subito la presa –Ecco perché Matty aveva le mani all’altezza del seno però non lo toccava!- diventai tutta rossa
 –Ma come fate a fare l’amore se non vi toccate?- stava diventando troppo curioso –Ci tocchiamo, cretino! Il problema è che tu sei entrato nel momento in cui lui stava mettendo le sue manine dove tu sai!- gli feci un sorriso beffardo –Ho capito! Adesso ci starai tre anni a ripetermi che non siete scoppiati di gioia perché io vi ho interrotti?!- era esasperato –Fammici pensare…ehm….direi proprio di sì!- gli sorrisi e lui mi spinse verso la porta della nostra stanza comunicante e mi ci buttò dentro –Svelta che tra un po’ inizia!-
Mi richiuse la porta in faccia. Andai a farmi una doccia e mi vestii comoda.
-MAMMA NOI USCIAMO! TORNIAMO TARDI!- urlò Louis con mezzo corpo fuori casa e mezzo dentro –SI’! CIAO!- ci salutò mamma.
Chiusi la porta e andammo verso l’uscita.
-Abbiamo i pass per incontrarlo…- me li mostrò –Ma come hai fatto?- ero sbalordita –Eleanor- rispose ovvio –Certo! Perché io so chi è Eleanor!-
-E’ la mia ragazza! Ciao Pierre!- disse salutando il portiere di turno.
Arrivammo davanti allo stadio, parcheggiò la macchina e andammo verso l’edificio.
Concerto magnifico, che dire? Il problema era quando tutti cantavano io rimanevo zitta per il semplice fatto che conoscevo le vecchie canzoni, non quelle nuove.
Quando il concerto finì andammo nel backstage ad aspettare la star.
-Sbaglio o avevi detto a Matty che gli avresti mandato un messaggio?- chiese avvicinandosi –Cazzo!- mi portai una mano sulla fronte  e mi allontanai da quel macello.

A: Matty

SCUSA! Ero al concerto di Robbie Williams
e ho perso la cognizione del tempo.
Domani ti prometto che mi faccio perdonare ;)

Da: Matty

Non ti preoccupare. Mi ero addormentato :)
Cos’hai in mente ? ;)

A: Matty

Non lo saprai fino a domani mattina ;)

Da: Matty

Ma tu domani hai scuola!

A: Matty

Non c’andrò

Da: Matty

Scusa, ma non voglio essere io la causa
della tua ignoranza! Tu domani vai a scuola!

A: Matty

Pensavo che tu fossi il mio ragazzo,
non mia madre!

Da: Matty

Non fare le mie stesse cazzate!

*Flashback*

-Matty! Ma che cazzo hai fatto?!- gli chiesi guardando il corpo di quel povero ragazzo martoriato a terra solo perché non aveva cento sterline per pagare il prezzo dell’erba .
La porta si aprì e il rettore, venuto poche settimane prima a casa nostra per il compleanno di Lou, ci guardò. Eravamo nei guai fino al collo.
Quella sera Matty mi chiamò per raggiungerlo nel suo dormitorio per darci alla pazza gioia. Presi la macchina e partii, quando arrivai trovai quel ragazzo a terra in mezzo ad una pozza di sangue.
Ci portò nel suo ufficio, mentre portavano via il corpo in fin di vita del ragazzo.
-Signor Midway, saprà già cosa le aspetta?- chiese il rettore con tono severo –Sì, signore-
-Bene, se può elencare le conseguenze alla dolce signorina qui con noi, mi farebbe un gran piacere-
-Verrò interrogato dalla commissione del college e dalla polizia, verrò espulso se colpevole e non potrò frequentare nessun’altro college.- non stavano scherzando –Abbiamo già avvisato suo padre. È molto deluso da lei signor Midway! AH! Ci saranno delle conseguenze anche per la fanciulla!- m’indicò
 –PERCHE’!? Lei non ha fatto nulla!- disse Matty mettendosi difronte a me in senso di protezione –E’ una testimone! E per quanto mi riguarda la ragazza è colpevole quanto lei! E ora fuori!-
Fu incolpato e espulso. I giorni che seguirono li passò a casa mia. Lo avevano cacciato di casa e gli avevano tolto anche l’appartamento in centro. Alcune sere dormiva con me senza farsi accorgere dai miei.
Passò un brutto periodo.

*Fine flashback*

A: Matty

Allora peggio per te!
Dovrai aspettare il pomeriggio!

Da: Matty

Brava la mia bambina! :)

Bloccai lo schermo e mi girai. La conversazione con Matty mi aveva presa così tanto che non mi accorsi che tutti erano spariti.
M’incamminai lungo il corridoio. Abbassai lo sguardo per controllare l’ora e mi ritrovai spiaccicata ad una montagna umana.
-UH! Chi si rivede!- disse il riccio –Harry, giusto?- lui annuì –E’ proprio vero…- dissi dondolandomi sui talloni –Cosa?-
-Chi non muore si rivede!- lui iniziò a ridere come uno scemo –Come mai anche tu qui?- mi chiese, dopo essersi ripreso –Louis, mio fratello, adora Robbie e mi ha trascinata qui-
-A te non piace Robbie Williams?-
-Lo adoro, il problema è che non seguo sempre lo stesso cantante… ne seguo tanti e non me li posso ricordare tutti…- feci spallucce mentre gesticolavo come un’ossessa –Ti sei persa?- alzò un sopracciglio, annuii e lui mi sorrise –Vieni, ti accompagno io da tuo fratello-
C’incamminammo sul lungo corridoio –Con il tizio, come è andata a finire?-
-Con Matty?- lui annuì –Bene..- abbassai lo sguardo sorridendo –Da quel bene si possono dedurre molte cose!- ridemmo –Lo ami?-
-Ci siamo parlati per neanche dieci minuti e tu già mi chiedi se amo il mio ragazzo?-
-Scusa, non sono affari miei, anche se il fatto di conoscerci da poco tempo non influisce con la domanda…-
-Hai ragione. Sì, lo amo, ma alla mia età è difficile dirlo- feci spallucce
-Vorresti dire che io sono vecchio?!-
-Ma se non so neanche quanti anni hai!-
-Ne ho venti-  sorrise
- E secondo te uno a vent’anni può saper amare una persona ed esserne sicura?! Secondo me no! Sono dell’opinione che alla nostra età ci si deve divertire! Se aspettiamo passeremo il resto della vita a rimpiangere questi anni!- lui rise e scosse la testa – Non sei d’accordo?-
-Non proprio. I nostri nonni si sono sposati alla nostra età, e ancora si amano-
-Erano altri tempi! Le cose una volta erano fatte per durare! Ora è tutto usa e getta! E dobbiamo adattarci!-
-Se lo dici te!- disse rassegnato. Quando m’impuntavo su una cosa era difficile schiodarmela dalla testa.
Ero testarda, ma se sapevi prendermi per il verso giusto ero anche molto malleabile.
-Eccoci qui- ci fermammo davanti ad una porta bianca e ci sorridemmo –Mi dai il tuo numero?- chiesi io, provocando in lui molto più dello stupore –Ma certo!- mi prese di mano il cellulare e salvò il suo numero
-Grazie-
Mi sorrise e se ne andò. Aveva un bel culo per non parlare delle gambe. No! Io stavo con Matty, punto e basta.
-EHI! Ce l’hai fatta a venire!- disse Louis allargando le braccia
-Scusate..- dissi in imbarazzo. Lou mi venne incontro e mi fece segno di uscire –Che è successo?- gli chiesi
-Mi ha chiamato mamma. Devi tornare a casa-
-PERCHE’!?!-
-Non me lo ha detto! Adesso il problema è come ci torni a casa?-
-Prenderò un taxi…ci vediamo a casa Lou, divertiti- gli diedi un bacio sulla guancia e partii.
Quando uscii dall’edificio un branco di gente si affrettava ad andare via. I taxi erano stracolmi. Presi il cellulare e chiamai Harry:
-Pronto?- ripose al secondo squillo
-EHI! Sono Emma!-
-Ciao!- disse tutto felice
-Ti posso chiedere un  favore enorme?-
-Ma certo.-
-Mi daresti un passaggio a casa?-
- Dove sei ora?-
-All’entrata-
-Arrivo subito!-
Dopo circa dieci minuti arrivò con la sua Range Rover nera e vetri oscurati. Salii e lo salutai con un sorriso imbarazzato.
-Non ci fare l’abitudine!- disse sorridendo –A cosa?- chiesi perplessa –Mi chiedi sempre un passaggio! La prossima volta ti dirò di no!- era determinato, ma entrambi sapevamo che non lo avrebbe fatto.
Arrivammo davanti casa e lì si fermò.
-Grazie- sfoderai un sorriso incerto –Prego- rispose di rimando. Scesi dall’auto e lo salutai con la mano dopo aver chiuso la portiera.
Arrivata davanti il portone di casa presi un respiro profondo ed entrai. Era l’una di notte, davanti a me, di spalle seduta sul divano, si trovava mia madre –Mamma? Come mai mi hai detto di tornare?- ero spaventata –Vieni qui Emma- disse secca. Andai verso di lei e mi sedetti sulla poltrona vicino al divano, vicina ma abbastanza lontana dalla mamma.
-Mi spieghi cosa ci fa un pacchetto di preservativi alla menta nel tuo comodino?- chiese alzando il pacchetto; il sangue mi si congelò nelle vene –Adesso che fai? Mi controlli?!- mi ero leggermente alzata dalla poltroncina –Abbassa la voce che tuo padre sta dormendo! E rimettiti seduta! Pensavi che non sarei venuta a scoprirlo? Ne ho trovati altri usati nel cestino della tua camera! Se ne ritrovo altri, ti giuro che ci saranno gravi conseguenze!-
-Mi stai minacciando solo perché faccio l’amore con il mio ragazzo?- ero sbalordita, avevo diciannove anni, ero maggiorenne, potevo scoparmi chi mi pareva.
-SI’!-
-Cosa vuoi da me, mamma?- cercai di non essere aggressiva –Vorrei solo che tornassi ad essere la ragazzina di una volta, dolce, ordinata e responsabile- disse con dolcezza –Ma tu pensi che io vada a fare la troietta in giro?-
-Non lo so!-
-Perché non mi chiedi cosa faccio quando scappo di casa?-
-…Cosa…-
-Vado al parco a leggere i libri!! Perciò rilassati! Matty è stato il primo e non la vado a dare in giro!! Adesso sei più tranquilla?- ero esasperata, non ne potevo più.
Lei fece per andarsene ma la fermai facendomi ridare i preservativi.
Andai in camera, chiusi la porta delicatamente e andai in bagno per farmi una doccia. Quando uscii ritrovai Lou sotto le coperte del mio letto, rendendomi conto che ero rimasta sotto la doccia per un’ora intera. Alzai le coperte e mi stesi al suo fianco –Ehi….Scusa se sono qui con te, è che il mio letto e scomodo..- disse ad occhi chiusi; senza rispondere lo strinsi tra le mie braccia e lui si fece cullare –Ti voglio bene, Lou- mugugnò qualcosa per rispondermi  e si addormentò, io le seguii a ruota.
L’indomani ci svegliammo tutti intorpiditi, lui aveva un braccio sotto la mia testa e io avevo le gambe sopra le sue –Em, ti prego…spostati- feci come mi disse, spalancai gli occhi –Ma che ore sono?!-
-Sono le sette e trenta… perché?- chiese sbadigliando –Devo andare a scuola!- ero già in bagno a darmi una sistemata, in dieci minuti ero pronta.
Salutai con un bacio sulla fronte Louis, che era ancora nel mio letto a dormire. In sala da pranzo mamma stava facendo colazione mentre leggeva il Times, andai da lei e come da prassi le diedi un bacio sulla guancia.
Arrivai a scuola e Jess mi saltò letteralmente addosso –EMMA!! Mi sei mancata!!- disse tutta felice staccandosi da me –Ma se sono mancata solo ieri!!-
-E’ vero…Comunque! Come è andata con Matty?-
-E’ andata… Jess potrei lasciarti sola per un po’?- non vedevo l’ora di schiodarmela di dosso, era assillante, ripetitiva e morbosa! Tutti la evitavano per non essere trascinati in una conversazione di un’ora su come fare i budini alla rosa; ma io, la solita sfigata, ero stata messa di banco insieme a lei, perciò la dovevo sopportare per quattro ore al giorno, ma grazie al cielo era l’ultimo anno e la scuola stava per chiudere.
Feci finta di andare in segreteria, ma mi diressi nella biblioteca. Quella scuola decrepita aveva una biblioteca degna di quel nome. Possedeva più di duecento libri. Era un paradiso terrestre. Passai due ore a leggere libri, poi fui scoperta dalla nuova professoressa di filosofia, che mi ricacciò in classe dopo avermi messo una nota. Sbuffando mi alzai dalla poltroncina e andai in classe per seguire l’ultima lezione di matematica.
Jess, a quell’ora non c’era, perché troppo impegnata a cantare insieme al coro della scuola. In quell’ora ero libera di pensare a tutto quello che mi passasse per la testa.  La campanella suonò e tutti si affrettarono ad uscire, mentre io rimasi lì per alcuni minuti a finire il mio grande ragionamento e me ne andai.
All’uscita mi aspettava Matty, gli andai incontro e lui mi baciò –Ciao…ti va se andiamo a casa mia?- mi chiese all’orecchio –Ti hanno ridato la casa?- chiesi tutta felice –Più o meno….diciamo che me la sono ripresa io. Allora, ti va?- annuii e salii in macchina con lui.
Eravamo a casa sua. Era sempre stato molto ordinato e anche se mancava da mesi quella casa aveva un odore perenne di gelsomino.
-Ti amo!- e poi venne. Non risposi, i miei gemiti erano più specifici di tante altre parole, che conosceva già a memoria. I miei ‘ti amo ’ erano nei piccoli gesti, nelle parole non dette e in quelle dette. Il mio amore per lui era a trecentosessanta gradi.
Gli baciai l’angolo della bocca mentre lui era ancora dentro di me –Penso che questo valga anche per quello di ieri- dissi sorridendo, si stese al mio fianco e mi avvicinò a lui –Ti va di uscire questa sera? Domani è sabato…possiamo passare la notte insieme…-
-Dove vuoi andare?- chiese
-Dove vuoi tu- dissi sorridendo
-Ti va di andare al Gleek?-
-Ma lì c’è sempre tanta confusione…- dissi storcendo la bocca
-Ma almeno è più vicino a casa, sai.. appena ci viene voglia attraversiamo la strada e siamo qui- disse sorridendo  -Va bene- gli diedi un bacio.
Il telefono mi vibrò. Era Louis –LOU! Che vuoi?!- chiesi brusca 

To be continued....




#Hazzasmile 


giovedì 10 luglio 2014

Me and You.
Forever Young.



Chapter II


-Dove stiamo andando?- era mezz’ora che viaggiavamo –Stiamo facendo un giro…o vuoi tornare da quello?- m’irrigidii –No, preferisco girare a vuoto!- lui notò la mia espressione piena di terrore –Non ti avrà mica violentata?!- chiese iniziando ad innervosirsi –No…non gliene  ho dato il tempo…- lui sospirò di sollievo mentre io sbuffai.
-Ci fermiamo ad un bar?- chiesi dopo un’ora di viaggio – Perché?!-
-Devo fare pipì! O preferisci che te la faccia qui dentro questa macchina immacolata dalla Divina concezione?!-  a quel punto trovò un bar e si fermò –Esci così!?- chiese indicandomi
-Sì, perché? Qualche problema?- dissi alzando un sopracciglio –Sì! Sei mezza nuda!- non lo stetti ad ascoltare e uscii dalla macchina.
Un branco di uomini mi guardarono ammiccando, con un gesto veloce feci scendere la maglia fino a metà coscia.
-Te lo avevo detto!- disse lui alle mie spalle –Pure tu potevi trovare un bar più decente!- lo rimproverai
-Veloce!- disse incitandomi ad entrare nel bagno delle donne.
Quando uscii lo ritrovai appoggiato ad un palo della luce mentre controllava il telefono –Possiamo tornare a casa?- chiesi io una volta arrivata davanti a lui –Sì...-
Ci dirigemmo alla macchina e partimmo. Il telefono mi squillò –Pronto?- chiesi controvoglia –Ma dove sei finita?!- era Jess, la mia compagna di banco. A scuola non ero amica di nessuno, preferivo starmene per conto mio e leggere.
-Sono in giro…è successo qualcosa?- le chiesi mentre Harry svoltava l’angolo –No, però nessuno sapeva che fine avessi fatto! Matty mi ha mandato un messaggio!- disse alzando la voce –Matty ti ha contatta?- avevo pochissima voce, a sentire quel nome mi sentivo male –sì…ci sono rimasta male…come fa ad avere il mio numero?- non la stetti ad ascoltare –Cosa ti ha detto?!-
-Mi ha chiesto dove fossi…-
-E tu?!-
-Gli ho detto che non lo sapevo!!! Mi sembri preoccupata… -
-No.  E’ la tua impressione. Ciao-
Non le diedi il tempo di rispondere che le riattaccai il telefono in faccia.
Matty mi stava cercando. Appoggiai la testa sul finestrino fresco e presi fiato. Feci lunghi respiri per calmarmi.
-E’ successo qualcosa?- si girò verso di me preoccupato –No. Riportami a casa.-
Quando arrivammo Matty era davanti al portone ad aspettarmi.
-Merda! Non ti fermare!- dissi quasi urlando. Senza obbiettare allungò il passo e continuammo a fare giri a vuoto in città.
-Mi farai finire tutta la benzina o pensi che ci potremmo fermare a mangiare qualcosa?-
Feci spallucce. Non sapevo che fare. Se Matty mi prendeva per me era la fine.
Si fermò davanti ad uno Starbucks. Spense la macchina e scendemmo. La gente mi fissava.
Allungai il passo ed entrai nell’edificio. Un odore di caffè e dolci mi avvolse completamente. Presi posto ad un tavolo appartato, nascosto e riservato. Harry arrivò con due tazze di caffè fumanti e un piattino con dei biscotti al cioccolato a forma di cuore. Si mise seduto e iniziò a sorseggiare il caffè.
-Pensi di tornare a casa tua o vieni da me?- chiese ammiccando mentre nascondeva un leggero sorriso
-Passare la notte con te? AHAHAHAH NO!- presi un biscotto e iniziai a sgranocchiarlo –Felice di sapere che sei simpatica!- si abbandonò sulla sedia e si guardò intorno –Scusa…- era uno ‘scusa ‘ sospirato, di quelli che non senti –Non ti preoccupare- ma lui lo sentì forte e chiaro.
Da vicino era molto più bello. Aveva questi ricci quasi perfetti, che incorniciavano gli occhi verdi, il tutto contornato da delle labbra lunghe, abbastanza carnose e sempre con gli angoli rivolti verso l’alto, segno di una persone ottimista.
Il telefono mi fece sobbalzare, era poggiato sul tavolino rotondo in legno. Lo presi. Era Matty –Cazzo!- Harry si sporse verso di me e mi fissò –E’ lui?- annuii con la testa e lo fissai a mia volta –Che faccio?- ci pensò un po’ su –Rispondi…almeno senti se è nervoso o meno-
Accettai la chiamata e con molta lentezza mi portai il telefono all’orecchio –Pronto?- chiesi con la voce che tremava –Se tra dieci minuti non ti fai vedere, giuro che se ti incontro t’ammazzo!- era stranamente calmo e la cosa mi preoccupava, sgranai gli occhi e mi morsi la lingua, così forte da farmi uscire del sangue –Hai capito?!- ingoiai la saliva in eccesso –-  dissi con un filo di voce. Mi riattaccò in faccia.
-Che ti ha detto?- chiese interessato – Ha detto che se non torno da lui m’ammazza…- fissavo il vuoto, ero sconvolta. Matty non poteva fare quelle cose.
Era un bravo ragazzo, una volta.

*Flashback*

-Ehi..- disse un ragazzo avvicinandosi a me. Era un tipico pomeriggio autunnale. Pioveva e io me ne stavo al riparo sotto un gazebo in un parco di cui ignoravo il nome. Alzai lo sguardo dal libro per poi posarlo su quel Dio greco moro –Ciao - dissi sorridendo –Ma non hai freddo a stare qui fuori con solo un giacchettino?- si mise seduto al mio fianco –Sì, ma preferisco morire di freddo che stare in casa…- lui stette zitto.
-Che cosa leggi?- chiese mentre sbirciava la copertina – “Il tango della vecchia guardia”- risposi sorridendogli. Ma cosa mi stava succedendo? Solitamente ero sempre distaccata e fredda con la gente che m’infastidiva, ma lui aveva come un potere su di me, era come se già conoscesse il mio punto debole.
-Questa sera ti va di uscire?- arrivò dritto al punto –Non lo so…ti conosco sì e no da dieci secondi…-
-Dai che con me ti diverti- disse strizzandomi l’occhio –No, sul serio…non posso…ho da fare questa sera…-
-Non è che hai il ragazzo?- chiese tutto allarmato –No, diciamo che non sono una persona molto affettuosa, perciò la gente tende ad allontanarsi da me-
-O sei tu che le allontani?-
-Sei insistente, lo sai questo?- gli chiesi sorridendo
-E dai! Solo per questa sera!-
-No, sul serio. Ho un compleanno-
-Portami con te!-
-Per te il ‘no’ è un optional? …e va bene!- dissi esasperata
Lui s’alzò dalla panchina e mi tese la mano. Io, nel frattempo, presi la borsa e ci misi dentro libro, poi afferrai la sua mano.
-Posso venire con te?- avevamo appena attraversato il cancello del parco
-Va bene…- dissi titubante –Dove vogliamo andare?- chiese girandosi verso di me –Conviene andare subito alla festa-
Arrivammo davanti il portone del mio condominio e tirai fuori le chiavi di casa.
-Ma la festa è a casa tua?- chiese perplesso –Ti avevo detto che era meglio di no oggi-
-A questo punto vengo insieme a te!- disse strizzandomi l’occhio
Aprii il portone ed entrammo. Il portiere mi salutò mentre andavamo verso l’ascensore. Abitavo al settimo piano, le scale si potevano fare in discesa non in salita, saresti arrivato con un polmone in meno.
Nell’ascensore ci fu un silenzio assordante e imbarazzante.
Ed eccolo lì. Il ‘ting’ che tanto attendevo.
Stavo portando a casa uno sconosciuto che c’avrebbe potuto ammazzare tutti. Ma che cazzo avevo fatto?
-Cos’hai?- chiese notando la mia espressione –Non sei un assassino vero?- ma che scema. Se lo era, sicuramente non lo avrebbe detto a me!
-No, stai tranquilla- disse sfoderando un sorriso magnifico
Percorremmo, in silenzio, il lungo corridoio, fino a ritrovarci davanti ad un portone di legno intarsiato. Aprii la porta ed entrammo.
Era il compleanno di Louis. Tutti erano a prepararsi.
La mamma aveva invitato alcuni amici a casa. Dalla sua stanza spuntò Louis che mi venne incontro abbracciandomi –AUGURI!!!!-  dissi io ricambiando l’abbraccio –Grazie, Em-
Si staccò da me e passò lo sguardo sul ragazzo.
-…e lui?- chiese guardandolo dalla testa ai piedi
-Lui è…Oddio…non so il tuo nome…-
-Sono Matty- disse sorridendo
Louis gli fece un sorriso incerto e poi mi afferrò un braccio e mi portò in camera sua –Ma sei matta? Mamma s’arrabbierà se lo vede qui!- era arrabbiato –Ma che vuoi da me? E’ lui che si è autoinvitato!-
-Adesso ti metti a raccattare i ragazzi per strada?-  chiese incrociando le braccia sul petto e assumendo l’aria da cazzone –Anche se hai ventitré anni rimarrai lo stesso deficiente che si è chiuso dentro la lavatrice a cinque anni.- ero rassegnata, povero Louis, era un eterno bambino –Ma se tu neanche eri nata all’epoca!-
-Fine della storia Tomlinson! Sei tonto. Il caso è chiuso e archiviato.-
-Vattene prima che ti meni!- disse indicando la porta –AH! E per la cronaca, io sono più bella di te- dissi per poi fargli la linguaccia e sparire prima che una sua scarpa mi raggiungesse.
Tornai in soggiorno e trovai Matty stravaccato sul divano.
-Fai anche come se fossi a casa tua!-
-sìsì…Bellissima casa! Ma quando inizia la festa?-
-Tra poco…devono arrivare gli invitati-
Stava guardando fuori dalla finestra mentre sorseggiava una bottiglia di birra fredda.
-Senti…ehm…io dovrei andarmi a fare una doccia…ti prego non fare danni!-
-Sarò un angioletto- disse facendo gli occhi dolci –Non mi far pentire di averti portato qui… AH! E’ una serata elegante…non ti far trovare in quel modo da mia madre.- dissi supplicandolo. A quel punto si ricompose e io andai in camera mia.
La casa aveva due piani.
Il primo prevedeva il soggiorno, la cucina, le tre camere da letto e tre bagni. Mentre il secondo piano era per i nostri genitori. Perciò  off-limits.
Chiusi la porta, mi tolsi quello che avevo addosso. Ero in intimo.
La mia stanza e quella di Louis erano comunicanti.
-Era da tanto che non ti vedevo in mutande e reggiseno!- disse poggiandosi allo stipite della porta delle nostre camere –Sono tanto brutta perché?- chiesi guardandomi la pancia e le cosce –NO! Anzi! Sei cresciuta così tanto..- si fece scappare una lacrima –Lou! NO, ti prego non piangere!-
Gli andai incontro e lo strinsi forte a me. Singhiozzava –Lou…dovrei essere io a farti certi discorsi oggi…-
Alzò il viso e mi guardò sorridendo e poi mi lasciò andare.
Andai nel mio bagno con lui la mio seguito.
Scansai la tendina della vasca  e aprii l’acqua calda –Sei sicura che è un bravo ragazzo?- chiese sedendosi sul water –Io non ho detto che è un bravo ragazzo.- mi stavo togliendo gli slip e lui, per rispetto, chiuse gli occhi, quando li riaprì ero già sotto la doccia.
-E se mi fa fare brutta figura?- chiese preoccupato
-Ma no! Mi ci metto io vicino a lui, non aprirà neanche bocca, te lo assicuro!-
-se lo dici tu…-
-Ma sì! Vedrai che il rettore ti prenderà sotto la sua ala protettiva e ti laureerai  con il massimo dei voti più la lode!- ero uscita dalla doccia e Lou mi porgeva un asciugamano dove mi avvolsi.
Prima di uscire per lasciarmi sola mi diede un bacio sulla fronte –Ti voglio bene Em.- e se ne andò.
Mi specchiai, non ero neanche truccata. Quella mattina ero scappata di casa senza neanche salutare Lou, ma la mamma continuava a dirmene di tutti i colori. Odiavo quando mi offendeva, le volevo bene ma doveva anche imparare a fidarsi di me.
Slegai i capelli stretti in una coda di cavallo e mi diedi una truccata. Una passata di fondotinta e cipria con un filo di eyeliner.
Uscii dal bagno e andai in camera aprendo l’armadio, da dove estrassi un tubino nero con maniche lunghe, arrivava un pochino più in basso di metà coscia. Appropriato per una ragazza della mia età e della situazione che lo richiedeva.
Il rettore di Cambridge sarebbe venuto con sua moglie. I miei lo avevano invitato per fare un favore a Lilly e Lou, si trattava più di un incontro di “lavoro” che di piacere.
Presi delle semplicissime ballerine rosse di velluto a pelo basso.
Uscii dalla camera e trovai Matty e Lou a parlare e scherzare sul divano. Mi avvicinai a loro e mi misi in mezzo sorridendo –Che si dice, bella gente?- entrambi mi guardarono straniti –Non è che tutte quelle schifezze che ti metti in faccia sono penetrate nel cervello?- chiese Louis –Cretino.- riposi mettendo il broncio.
La porta dietro le nostre spalle si aprì e comparirono Lilly, mamma e papà, che appena videro il nuovo arrivo, smisero di ridere –Lui chi è?- chiese mamma indicandolo –Mamma lui è Matty, un amico di Em…l’ho voluto far restare io- disse Louis per proteggermi, sapeva che se lo avessi detto io mamma mi avrebbe fucilata in quell’istante.
Matty s’alzò dal divano ed andò a presentarsi ringraziando per l’accoglienza.
La tavola era stata apparecchiata dalla nostra domestica/cuoca. Aveva una semplice tovaglia color panna, sedie, imbottite, dello stesso colore; piatti di porcellana con decori oro; bicchieri di cristallo e calici; posate in argento e tovaglioli in lino.
Era tutto perfetto, mancavano solo gli invitati.
-Dove mi metto io?- chiese Matty avvicinandosi al mio orecchio poggiando una mano dietro il punto vita
Vicino  a me- dissi sorridendo
Gli invitati arrivarono.
Scoprimmo tutti che Matty frequentava Cambridge e suo padre faceva parte del comitato per la beneficenza di quell’anno. In poche parole Matty era un figlio di papà a tutti gli effetti.
Era ricco, proveniva da una famiglia importante ed era uno degli studenti più bravi. Aveva due anni in più a me.
A fine cena, la quale fu stranamente piacevole e divertente, mamma mi consigliò di andare in camera mia perché i “grandi” dovevano discutere di cose serie. La cosa che mi diede molto fastidio fu il fatto che Matty lo avevano invitato a restare, mentre io, membro della famiglia a tutti gli effetti, ero pregata di andarmene a fanculo, cosa che feci senza problemi.
Chiusi la porta della stanza e tolsi le ballerine, slacciai la lampo del vestito e mi stesi sul letto, mi ci buttai come un sacco di patate alzando le braccia in aria. Feci dei lunghi respiri e rimasi in quella posizione per molto tempo.
Sentii dei passi avvicinarsi alla mia stanza; pensando fosse Lou non mi coprii, ma ovviamente, con la sfiga che mi perseguitava, mi ritrovai davanti Matty che rideva come un matto –Che ce?!- chiesi brusca senza spostarmi neanche di un millimetro –Volevo chiederti se ti andava di uscire e andare ad un pub- chiese ancora con il sorriso sulle labbra.
Mi tirai su e lo osservai attentamente –Lo hai chiesto a mamma?- chiesi strizzando gli occhi per metterlo in soggezione, ma sembrava non accorgersene –sì, e ha detto che per lei va bene. Vedi? Le sono piaciuto- disse strizzando l’occhio –Non ti gasare troppo! Sei sempre in tempo per essere segnato sulla lista nera- lo avvertii –Ne sono consapevole. Veloce a prepararti! Ti aspetto di là-
Uscì dalla stanza e tornò in soggiorno.
Mi alzai controvoglia dal letto matrimoniale e presi, senza neanche guardare, degli skinny jeans celesti, un maglione con stampa floreale tropicale e delle Nike verdi lime. Abbinamento orrendo, ma non m’importava molto. Uscii dalla stanza con in mano il mio giacchetto di pelle imbottita di pelliccia –Siamo pronti?- chiesi a Matty che stava ridendo insieme a Lou. Entrambi si girarono verso di me e mi guardarono –Dovrò dire a mamma di cambiarti la lampadina in camera- disse Lou –Perché?- chiesi perplessa  - Ti ha vomitato addosso un ornitorinco?- chiese sempre Lou – ah-ah Come sei simpatico! Andiamo?!- chiesi a Matty che prese il suo giubbotto.
-Sta attenta- Lou mi abbracciò e me lo sussurrò all’orecchio, annuii e basta. Ero sempre attenta.
Uscimmo di casa e ci dirigemmo ad un pub in centro.
Quando arrivammo un gruppo di persone ci raggiunse andando a salutare Matty.
Conosceva tutti e tutti conoscevano lui, probabilmente era un cliente abituale. Mi portò in un angolo molto più tranquillo e privato, io rimasi zitta e lui mi evitò per tutta la sera.
Alle due del mattino i suoi amici se ne andarono lasciandoci soli, urlai di gioia dentro di me. Approfittando di quel momento di tranquillità presi fra le mie mani la sua testa  e lo baciai, lui rispose senza problemi. Socchiusi le labbra per far capire il mio intento.
Eravamo su dei divanetti  e io mi ci ero quasi spalmata sopra. Dopo circa dieci secondi ero completamente stesa sotto di lui.
-Dovremmo andarci più piano- dissi io tra un bacio e l’altro, si bloccò subito e mi aiutò a tirarmi su. Iniziammo a ridere.
Cominciammo a parlare e conoscerci di più. Mi trovavo bene in sua compagnia.
Si fecero le tre del mattino –Matty, io dovrei tornare a casa- storsi la bocca, non mi andava di allontanarmi da lui –Ma certo, non vorrei far arrabbiare tua madre!- iniziai a ridere come un’idiota.
Mi riportò a casa; quando ci ritrovammo davanti al portone iniziai a giocare con le chiavi –Qualcosa mi dice che non hai molta voglia di rientrare- mi cinse la vita e mi portò verso di lui e da lì iniziò un bacio lungo e sensuale che poco dopo mi portò direttamente nel suo letto.
Eravamo entrambi sudati e appiccicosi.
Ero stesa al suo fianco e fissavo il soffitto sorridendo, lui si avvicinò a me e mi baciò l’angolo della bocca, girai la testa e le nostre labbra si ritrovarono.

*Fine flashback*

 -Ma sicuramente lo ha detto solo per metterti paura…non lo farà sul serio. Vero?- Harry cercò di tranquillizzarmi, ma conoscendo Matty tutto era possibile. Storsi la bocca e feci spallucce –Mi conviene tornare da lui- lui non obbiettò. Finimmo di mangiare con calma, sapendo che Matty non se ne sarebbe andato molto presto.
Dopo un’ora mi ritrovai faccia a faccia con Matty, Harry mi aveva fatto scendere qualche metro prima per non farci vedere, onde evitare altri  litigi.
-Dove sei stata?- era ancora arrabbiato, ma si controllava meglio –In giro…Almeno la prossima volta stai più attento. Matty se succede un’altra cosa del genere ti giuro che prima ti lascio, poi ti taglio le palle e alla fine ti denuncio! Sta molto attento a quello che fai e a quello che dici a me e in mia presenza. Non mi faccio sottomettere da nessuno io. Perciò tu con i tuoi amici puoi fare il cazzone ma non con me.- sputai quelle parole pieni di verità e avvertimenti. Doveva sapere che se lui era violento io ero peggio.
-Scusami- mi strinse a se –Non succederà più…lo giuro- poggiò le labbra su i miei capelli e aspirò il loro profumo. Da lì iniziarono dei lunghi baci.
Erano le quattro del pomeriggio e noi eravamo nel mio letto a fare l’amore.
Con lui tutto diventava più intenso, quasi proibito. Se c’era lui con me, io mi sentivo completa.
Proprio sul più bello Louis aprì la porta delle nostre stanze comunicanti e ci fissò.
Io ero sopra Matty, nuda e sudata –Em?!.. ODDIO! SCUSATE!- urlò prima di chiudere la porta.
Erano mesi che non tornava a casa, cosa ci faceva lì? Scesi da Matty che disapprovò trattenendomi sopra di lui –Matty…dai, non vedo Lou da mesi…- lo supplicai.
Mi liberò e di corsa presi la vestaglia di seta bianca e andai in soggiorno dove trovai Lou che si scolava una birra senza riprendere fiato –Lou…- mi stavo avvicinando a lui, che accorgendosi della mia presenza si strozzò con la birra. Gli diedi dei colpi dietro la schiena.
-Scusa, Em. Avevo sentito dei rumori, non pensavo che stavi con Matty. Di solito lo facevate a casa sua!- era appoggiato al lavandino mentre cercava di riprendere fiato –Sì, lo so. È che abbiamo discusso e poi, sai com’è no?- lui annuì ancora sconvolto –Non me lo dai un abbraccio, Lou?- allargai le braccia e lui sorrise venendomi incontro.
Quanto mi mancava il suo profumo, un suo contatto fisico, mi mancava tutto di lui.
-Mi sei mancata Em- strinse sempre di più la presa –Lou!! Così mi soffochi- ridemmo insieme. Matty uscì dalla mia stanza con una mano tra i capelli, aveva solo i suo jeans a vita bassa e s’intravedevano i boxer a quadretti viola e bianchi –Louis!- si salutarono con il classico saluto da macho.
Louis porse una bottiglia di birra fredda a Matty che l’accetto tranquillamente.
-Io mi vado a mettere qualcosa che non sia solo la mia pelle- partii e andai in camera.
Diedi una sistemata al letto, poi aprii il cassetto della biancheria e tirai fuori il primo paio di mutande che trovai.
Tornai in soggiorno con un paio di calzoncini della tuta e una T-shirt di Matty che lasciava sempre a casa mia per qualsiasi evenienza, ovviamente diventò la mia.
Sprofondai in mezzo a loro e mi strinsi a Matty –Sbaglio o sono io tuo fratello?!- chiese Lou con finto tono da offeso – Lou, ce l’hai la ragazza?- sgranò gli occhi alla mia domanda e poi annuì –Ecco. Pensa quando non riesce a raggiungere l’orgasmo perché suo fratello vi ha interrotti. Come si potrebbe sentire lei?-
Louis finì per strozzarsi di nuovo con un sorso di birra, mentre Matty rideva sotto i baffi –Ti ho fatto una domanda Louis.- gli battei leggermente la schiena per non farlo morire soffocato –E’ figlia unica.- disse asciugandosi la bocca con il dorso della mano –Lou!- lo incitai a rispondermi -…Non sarebbe felice…- disse facendo spallucce -..e..?-
-E poi a te che ti frega!?- disse lui prima di andarsene in cucina –Era solo per farti capire che ho bisogno di un contatto fisico! Ma non il tuo, Lou!- dissi urlando per farmi sentire.
-Che stronza che sei!- passò dietro di noi e si rinchiuse in camera sua –Si è offeso?- indicò la porta
Forse…Ti conviene andare, deve essergli successo qualcosa.-
-Gli serve la sua sorellina- mi stava sfottendo –MATTY!-
-Che c’è?!?-
-Già te l’ho detto. Fai poco il cazzone con me!- sbuffò e si alzò insieme a me –Ti mando un messaggio più tardi- dissi alzandomi sulle mezze punte per dargli un bacio -..mh…esigo un secondo round- mi soffiò sulle labbra –Non oggi…domani- lo sentii sbuffare.
Mi diede una pacca sul culo e se ne andò via mentre s’infilava la sua felpona.

Buttai la bottiglia vuota di birra che aveva appena bevuto Matty e andai in camera di Louis.


*SONO IO*
Bella gente (?), che si dice?
Allora...in questa FF sono presenti molti flashback. Servono per capire meglio il tutto.
Non ho altro da dirvi...Ciao Ciao!

#Hazzasmile 

venerdì 4 luglio 2014

Me and You.
Forever Young. 

Chapter I

Il cellulare iniziò a vibrare sopra il legno del comodino vicino al letto. La sera prima avevo impostato la sveglia alle sette spaccate.
Di solito mi alzavo cinque minuti prima di partire per andare a scuola, ma quella mattina dovevo essere puntuale.
Mi alzai scattante e andai in bagno a lavarmi. Faceva particolarmente freddo anche se eravamo a giugno, ma in quel periodo le temperature si alzavano e si abbassavano notevolmente. Spesso mi ero raffreddata con quei giochi di temperature.
Presi i miei skinny jeans neri e una maglia attillata color pesca. Lo so, il pesca. Brutto colore. Ma erano gli ultimi giorni di scuola e solo pensare ad abbinare pantaloni, maglietta e accessori mi faceva venire il volta stomaco.
Presi la borsa, diedi un bacio sulla guancia a mia madre e partii.
Un branco di ragazzini si dirigeva verso il liceo, io mi dirigevo al parco.
Decisione presa all’ultimo momento. Non avevo nessuna intenzione di trascorrere una giornata dentro quelle quattro mura intonacate di bianco e grigio, anche se avevo un importantissimo compito in classe.
Il prato verde pullulava di gente, ma riuscii lo stesso a trovarmi il mio angolo di solitudine.  Dalla borsa tirai fuori gli occhiali da sole, un libro e il cellulare.

A: Matty

Buongiorno splendore :)
Sono al parco, appena puoi vieni…

Da: Matty

Ma buongiorno a te ;)
Arrivo subito!

Matty era il mio ragazzo. Era alto, muscoloso e moro.  Troppo bello per stare con me, ma aveva scelto di trascorrere otto mesi con me, strano… solitamente le mie relazioni non duravano per più di due ore.
Preferivo starmene da sola e pensare ai fatti miei, la gente che mi circondava era irrilevante, potevano anche buttarsi al fiume con un prosciutto al collo, io non avrei mosso un dito, forse solo per facilitargli la caduta.
Il sole si stava alzando.
Quella mattina Londra appariva stranamente ‘attraente’, solitamente era triste e cupa.
Ci trasferimmo lì per mamma, le avevano proposto un lavoro fisso. Ero felice per lei, ma quando ci trasferimmo ero in piena crisi adolescenziale e lasciare tutte le mie cose a Bristol fu difficile.
In lontananza intravidi Matty. Dio se era bello. Anche alle otto di mattina era uno spettacolo.
Feci finta di non vederlo continuando a leggere il mio libro. All’improvviso con tre dita me lo sfilò dalle mani e lo buttò a terra perdendo il segno.
-EHI! - lui mi zittì baciandomi. Era maledettamente bello. I suoi baci erano perennemente sensuali. Ogni volta che poggiava le sue labbra sulle mie mi eccitavo. Se ero maschio nel giro di due secondi avrei avuto un erezione!
Si staccò lasciandomi respirare –Ciao bellissima…sbaglio o oggi sei più bella?- chiese ammiccando. Io? Bella? Due parole che messe insieme, se indirizzate a me, facevano ridere. Cosa che feci. Lui odiava quando mi prendevo per il culo, ma ero così.
Avevo passato molti anni  a combattere contro la mia obesità. Quando iniziai a sviluppare cambiai all’improvviso. Il mio punto vita si fece più sottile, le gambe si fecero più affusolate e il viso si addolcì molto. Ero cambiata. I ragazzi mi notavano, mi venivano dietro, ma io rifiutavo sempre, perché pensavo solo che mi prendessero in giro.
In qualsiasi occasione mi sentivo a disagio.
Iniziai a fumare per quello, per il semplice motivo che quando fumavo non ero sola, avevo la mia sigaretta. Fumavo un pacchetto da venti in due giorni. Poco, ma per una che aveva avuto la polmonite da piccola non era il massimo. Infatti, quasi sempre, ero malata.
-Chi sono quelli?- chiesi indicando un gruppetto di ragazzi che si stavano dirigendo verso uno spiazzo d’erba libero –Sono nuovi…- disse lui indifferente. Matty si stese al mio fianco e mi portò insieme a lui. Ridemmo. Era bello passare il tempo con lui.
Il sole si faceva spazio in mezzo alle nuvole, la temperatura si stava alzando molto.
Ero stesa a dormire tranquillamente, quando sentii dell’acqua cadermi addosso. Quell’idiota di Matty mi aveva lanciato un gavettone. Mi alzai cercando di capire quanto fosse grave la situazione. Ero fradicia. I jeans erano zuppi e la maglietta uguale. Decisi di stare al gioco. Sapevo quanto gli desse fastidio quando mi scoprivo davanti ad altre persone, secondo lui io dovevo essere nuda solo in sua presenza.
Con molta calma mi tolsi la maglietta, rimanendo in reggiseno, poi proseguii con i jeans. Era rosso dalla rabbia e io ero in mutande e reggiseno.
Mi sentivo in imbarazzo, ma aveva voluto la guerra . Ci fissammo a lungo. La gente intorno era immobile.
Tutti sapevano che Matty  era uno che si scaldava facilmente. Con me non aveva ancora alzato un dito, anche se quando facevamo l’amore e mi toccava il seno mi procurava dei lividi, ma non era violenza.
Il gruppetto nuovo mi fissava, soprattutto uno, riccio, bel sorriso. Sorrisi a mia volta.
Mi girai e me ne tornai al mio posto.
Il mondo riprese a girare. Tutti tornarono a farsi i fatti loro. Mi sentii afferrare il bacino –Ciao Matty…che mi racconti?- chiesi provocatoria. Sentii stringere la presa, era furioso, ma non m’importava molto.
-Copriti, ti si vede tutto il culo- disse serio –Perché, vorresti dire che il mio culo è brutto?- chiesi alzando un sopracciglio coperto dagli occhiali da sole specchiati.
Stava stringendo sempre di più la presa, mi scappò un gemito di dolore –Dopo facciamo i conti- era troppo serio e incazzato. Mollò la presa e mi lanciò la sua maglietta, rimanendo a petto nudo. La presi senza obbiettare e mi alzai da terra.
Presi le scarpe, la borsa e i vestiti zuppi e partii.
Mi sentii afferrare il polso, mi girai di colpo, era Matty –Dove credi di andare?- strinse la presa sul mio polso –Me ne vado a casa!- provai a staccarmi –A casa c’è qualcuno?- feci di ‘no’ con la testa. Senza staccare la presa su di me, mi portò a casa.
Aprii il portone.
Abitavamo in un appartamento in centro. Era bello. Io avevo una stanza tutta per me senza dividerla con mia sorella o con mio fratello. Già. Entrambi erano a Cambridge. Venivano alcune volte a trovarci, ma fondamentalmente vivevano da soli. Mia sorella si chiamava Lilly mentre mio fratello Louis, era stato adottato, ma per me era mio fratello, non fratellastro, mi aveva cresciuta. Quando avevo problemi andavo da lui. Mi ricordo quando mi vennero per la prima volta le mestruazioni.

*Flashback*

Corsi da lui spaventata. Saltai sul suo letto –Em…che c’è?- chiese tutto assonnato – Lou… perdo sangue dal basso. Secondo te sto morendo?- lui si levò le coperte dal viso e mi guardò sorridendo mentre si stropicciava gli occhi –Tesoro, sei una donna ormai…vieni…- alzò il piumone e mi fece mettere sotto le coperte insieme a lui; poi mi strinse a se –Hai dolori?- chiese premuroso mentre appoggiava le mani sul basso ventre –sì…passeranno?- mi strinse più forte e mi scoccò un bacio sulla tempia –Ma certo…ti va di rimare a casa insieme?- io annuii tutta felice.

*Fine flashback*

Era un ragazzo d’oro, mentre Lilly era lunatica, alcune volte ci si poteva parlare mentre altre volte era come la Regina Elisabetta che non beve thè da due ore. Una iena.
Mi scaraventò sul letto. Si posizionò sopra di me. Io non volevo, non ne avevo voglia –No…ti prego…non- mi tirò un ceffone in faccia –Adesso tu stai zitta! Ci siamo capiti?- annuii e basta. Stava abusando di me.
Io amavo Matty, ma lui in quel momento non mi lasciò altra scelta. Alzai il ginocchio e gli diedi un calcio dritto nelle palle. Lui dal dolore si accasciò per terra. Ne approfittai e corsi verso la porta d’ingresso. Percorsi tutte le scale correndo. Quando uscii in strada urtai contro qualcuno. Era il ragazzo del gruppo, quello riccio e col sorriso bello –Ehi! Sta più attenta!- disse brusco. Sentivo i passi di Matty sul marmo del condominio –Ti prego! Portami via!- lo supplicai. Diede una rapida occhiata dietro di me e poi a me.  Molto velocemente mise un braccio attorno alle mie spalle e mi portò lontana da Matty. Io e il ragazzo ci  confondemmo tra la folla. Girò velocemente l’angolo. Stavamo facendo il giro del palazzo. Poco dopo mi ritrovai davanti una Range Rover nera. Bellissima. Aprì l’auto e ci salì, io ero immobilizzata –Che fai? Non entri?- mi affrettai ad aprire la portiera e salire. Mise in moto e partimmo senza avere una direzione specifica.

-Comunque io sono Harry Styles…- lo guardai –Io sono Emma…- tornai a guardare fuori dal finestrino oscurato –Posso chiamarti Em?- il cuore si bloccò. Solo Louis poteva chiamarmi in quel modo. Aveva l’esclusiva. Lo guardai incenerendolo con lo sguardo –okay… vorrà dire che ti chiamerò Emma- disse sorridendo.




*SONO IO*
Allora...Ci sono dei cambiamenti... Ho chiesto ad una mia amica una "collaborazione". 
Entrambe pubblicheremo qui i nostri racconti.
Lei scrive MOLTO meglio di me, e molto probabilmente, se avrà più successo di me, la ucciderò.
In poche parole: questo che avete appena letto è il mio racconto.
La protagonista è Emma, una ragazza fondamentalmente tranquilla ma anche lei ha i suoi momenti di "faccioquellochevoglio".
Matty è un pò troppo violento, ma saprà controllarsi.
Ovviamente non succederà nulla all'improvviso, ad esempio Matty e Emma si frequentano da otto mesi, solo con Harry le cose sembrano andare un pò troppo velocemente, ma è tutta apparenza.
BASTA! STO DICENDO TROPPO!

Vi lascio con le foto dei protagonisti:









Matty, Emma e Lilly ...Seriamente, devo mettervi anche le foto di Louis e Harry?! 

Alla prossima!

(Mi firmerò #Hazzasmile)


#Hazzasmile 

giovedì 3 luglio 2014

*Pilot*

Questo blog è nato dalla necessità di far leggere alle persone le mie "storie" contorte, strane, perverse (ma non esageriamo) e irrealizzabili, che la mia povera mente partorisce.
Ma la cosa buffa è che fino a qualche mese fa non sapevo neanche dell'esistenza delle Fanfiction! 
E' stata a causa di una mia amica (menate lei) che un giorno arriva e mi fa:"Ma tu non sai cosa hanno scritto sulle Ff queste qua!". 
Inizialmente non riuscivo a capire come una persona potesse immaginare cose impossibili, ma, poi, mettendomi davanti al computer iniziai a scrivere storie su storie. 
Sinceramente mi hanno aiutato molto in questo ultimo periodo un pò "particolare". 
Mi davano una mano a scappare (figurativamente) dalla mia vita, avvolte, leggermente pesante.
Premetto che scrivere non è la mia dote, ma un passatempo, soprattutto in estate. Perciò se commentate andateci piano!
Accetto critiche costruttive, ma non critiche distruttive. Perciò, placatevi.
AH! Non ho detto una cosa, forse la più importante, sono tutte Fanfiction incentrate sugli One Direction. 
Anche perchè, ammettiamolo! Chi non vorrebbe trovarsi la mattina affianco ad un Harry Styles spettinato o un Niall Horan che ti sorride mentre mangia? 

Bando alle ciance!

Baci Xx